giovedì 3 luglio 2014

BRISIGHELLA, AL VIA LE VISITE ALLA PIEVE DI SAN GIOVANNI IN OTTAVO



Spetcul - Roma - 2 lug (Prima Pagina News) La Pieve di San Giovanni in Ottavo, o Pieve del Thò come viene comunemente chiamata, è una delle pievi romaniche più suggestive e meglio conservate del territorio ravennate. Il mese scorso sono stati aperti al pubblico, dopo lunghi restauri, la cripta e alcuni vani adiacenti che erano stati scoperti e indagati a più riprese nel secolo scorso. I turisti hanno ora a disposizione un percorso di visita corredato da pannelli per scoprire la storia e le curiosità di questo straordinario monumento. La Pieve di San Giovanni in Ottavo deve il nome al fatto di sorgere all’ottavo miglio della Via Faventina (oggi Faentina), l’antica strada romana che da Faenza giungeva a Fiesole, lungo la Valle del Lamone. Già menzionata in una pergamena del 909, ha subìto varie modifiche anche se l’impianto principale resta quello della fine dell’XI secolo, come attesta un’iscrizione su un capitello recante la data 1100. La cripta scoperta sotto il presbiterio durante i restauri condotti negli anni ’30, risale alla fase edilizia più antica della pieve. Durante gli ampliamenti del XVI secolo era stata occultata e riempita dei materiali più eterogenei tra cui frammenti di plutei decorati, parte di un ambone e pilastrini. Svuotata tra il 1950 e il 1960, ha restituito reperti ceramici e lapidei di età romana e medievale oltre a resti archeologici (tratti di murature, una fornace per campane, una tomba alla cappuccina, anfore da trasporto, ceramiche da mensa e alcuni dolia) riferibili sia alla pieve che a una precedente fase di occupazione in epoca romana. Dopo gli ultimi lavori di consolidamento e restauro del complesso effettuati tra gli anni ‘90 e il Duemila, le Soprintendenze per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e per i Beni Architettonici delle province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini hanno promosso con il Comune di Brisighella un progetto di valorizzazione della cripta e degli ambienti sotterranei, realizzando un percorso di visita che consente di ammirare questa parte così suggestiva e sconosciuta dell’edificio.

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